giovedì 1 dicembre 2011

Il governo Monti? Il più vecchio d'Europa

Conflitto di interesse, quote rosa ed età media alta. Il nuovo esecutivo tecnico finisce nel mirino di alcune iniziative nate sul web. Che, da una parte, chiedono maggiore trasparenza sui nuovi ministri e, dall’altra, sottolineano l’elevata anzianità



di Nicola Bruno

Età media alta, poche donne e potenziali conflitti di interessi. Sono i tre aspetti del governo Monti su cui si concentrano di più le attenzioni di chi in Italia utilizza la rete per monitorare l’operato della politica. C’è chi sfrutta gli strumenti della statistica e del data-journalism per elaborare dossier comparativi sulla composizione di genere e l’età dei nuovi ministri. E chi invece ricorre alle petizioni online per chiedere al premier maggiore trasparenza su quello che viene definito un “governo dei poteri forti e delle banche”.IL PIU’ VECCHIO D’EUROPA - 62 anni e mezzo. E’ questa l’età media dei 19 ministri che compongono il nuovo esecutivo Monti (se si tiene conto anche dell’ultima nomina di Filippo Patroni Griffi alla Funzione Pubblica, che con 56 anni è uno dei più giovani). Il governo dei “tecno-professori” si conferma così come “quello con l’età media più alta sia fra i 58 che si sono susseguiti in Italia dal 1948, sia fra i 27 esecutivi europei attualmente in carica”. E’ quanto emerge dal mini-dossier realizzato da Open Polis, associazione nota in rete per aver lanciato OpenParlamento, uno dei primi progetti di monitoraggio dal basso della politica.Mettendo in fila i dati di tutti gli esecutivi attualmente in carica in Europa, l’Italia batte di molti punti Ungheria, Grecia (in seconda posizione con un’età media di 57 anni) e Cipro - terza posizione con 56 anni. Il report di Open Polis ha infatti calcolato per il Governo Monti un’età media di 64 anni, che è pero scesa a 62,6 dopo la nomina dell’ultimo ministro Patroni Griffi. Si registra, poi, un vero e proprio gap generazionale con Estonia e Svezia, che possono vantare ministri con un’età media di 40 anni, i più giovani in assoluto tra quelli in carica nel Vecchio Continente. Il dossier di OpenPolis sottolinea anche come Mario Monti sia il premier più anziano (68 anni), “in un’Europa dove non solo i grandi paesi hanno governanti più giovani - Merkel (57 anni) in Germania, Sarkozy (56 anni) in Francia, Cameron (45 anni) nel Regno Unito - ma ci sono ben 11 primi ministri quarantenni”.Si conferma così una tendenza tutta italiana, per cui i governi tecnici sono anche quelli con l’età media più alta: l’esecutivo Pella del 1953 (58 anni) e quello Dini del 1995 (62 anni) sono tra i più vecchi in assoluto dell’intera storia repubblicana.POCO ROSA - Altro dato interessante che emerge dall’analisi di OpenPolis riguarda invece la composizione di genere: con solo tre donne su un totale di 19 ministri, il governo Monti ha una “quota rosa” del 16,6%. In questo caso, comunque, non si registra nessuna anomalia rispetto al resto d’Europa, dove la media delle donne nei ruoli chiave del governo è del 19,7%, segno che “una corretta rappresentanza di genere sia ancora un traguardo lontano sia in Italia che in Europa”, sottolinea OpenPolis. Ad ogni modo se si paragona l'Italia con gli stati europei più importanti, anche qui ci troviamo nelle ultime posizioni: in Spagna il governo Zapatero aveva una quota rosa del 43%; Germania e Francia vantano un esecutivo con una forte presenza femminile (rispettivamente 37% e 26%). Tra le grandi nazioni, il nostro paese fa meglio solo del Regno Unito, fermo al 14%CONFLITTO DI INTERESSE - Punta invece ad ottenere maggiore trasparenza sui membri del Governo una petizione lanciata nei giorni scorsi online. “Chiediamo a Monti di pubblicare subito tutte le informazioni che riguardano il reddito, le proprietà e i precedenti rapporti lavorativi dei suoi membri di governo. Solo alla luce di queste informazioni potremo giudicare le azioni del nuovo governo”, si legge nella petizione che è stata già sottoscritta da oltre 65mila cittadini. Un tema questo su cui è tornato lo stesso Mario Monti che, al termine della cerimonia di giuramento dei nuovi sottosegretari ha dichiarato: "Attenti a parlare di conflitto di interessi, rispetto al quale saremo trasparenti. Chi nella società civile ha avuto delle competenze e ha fatto la scelta di entrare nel governo, non lo ha fatto per trascinare le esperienze passate".La petizione è stata lanciata da Avaaz, organizzazione presente in oltre 193 paesi e nata da una costola di Moveon.org (una delle prima comunità online di mobilitazione politica, nata nel 1998 negli Stati Uniti come risposta all'impeachment di Bill Clinton). Tra i referenti italiani di Avaaz c'è Giulia Innocenzi, volto noto di "Servizio Pubblico" di Michele Santoro e giornalista del Fatto Quotidiano. Su una base globale di 10 milioni di iscritti, Avaaz può contare su una community di oltre 700.000 utenti in Italia. Attraverso strumenti virali come "scrivi un'email al tuo leader" e azioni sui social media Avaaz conduce diverse battaglie su temi di interesse pubblico come il cambiamento climatico, i diritti umani, la povertà e la corruzione. Al di là del conflitto di interesse, i promotori della petizione sottolineano anche l’urgenza di approvare quanto prima una legge sulla trasparenza “per far sì che sia il governo che il parlamento siano aperti, accessibili e al servizio dei cittadini”. Insomma, la battaglia per la liberazione dei dati (che in altri paesi, come la Gran Bretagna, fa parte dell’agenda politica degli esecutivi in carica) resta uno dei nodi centrali secondo gli attivisti online. Non solo per evitare potenziali conflitti di interesse, ma anche per permettere ai cittadini di partecipare meglio alla vita pubblica.

fonte Sky.it

martedì 22 novembre 2011

ARCHIVIO BLOG Dino Dono PER UN FEDERALISMO SCOLASTICO CHE UNISCE ITALIA: Precariato: Un nonno della IUniScuola coordina il ...

ARCHIVIO BLOG Dino Dono PER UN FEDERALISMO SCOLASTICO CHE UNISCE ITALIA: Precariato: Un nonno della IUniScuola coordina il ...: Si riparte... Si presentano con la sigla Mo.G.I.V.(Movimento Giovani Inoccupati Visibili). Dove sono: nelle piazze dei paesi,davanti ai B...

Precariato: Un nonno della Associazione I.U.S. coordina il Mo.G.I.V.

Si riparte...Si presentano con la sigla Mo.G.I.V.(Movimento Giovani Inoccupati Visibili). Dove sono: nelle piazze dei paesi,davanti ai Bar,nelle piazzette e nei giardini delle grandi città. Chi sono: nullafacenti che girano l'Italia,l'Europa in cerca di lavoro; inseriti nelle graduatorie provinciali e d'istituto(docenti e Ata); costretti a scegliere il fai-da-te per trovarsi un lavoro; mantenuti dai nonni che li finanziano con la loro misera pensione; ignorati dai politici e dai sindacati di regime editori di contratti. Cosa dicono: Grazie nonni per la scelta di sacrificare parte della misera pensione per farci trovare un lavoro! info nonno coordinatore :+393466872531 da Il Giorno - Milano metropoli - mercoledì 3 ottobre 2007-600 candidati arrivati da tutta Italia -Mille chilometri al giorno per un posto di bidello-Viaggiano di notte e la sera ripartono. E c'è chi sta girando il Paese per rispondere a tutte le convocazioni. «VENGO A MILANO tre volte alla settimana. Faccio avanti e indietro dalla Basilicata. Mi sono presentato a diversi Centri per l'Impiego: a Milano e fuori. Dieci giorni fa sono venuto per sapere se mi avevano dato un posto. Avevano detto che le graduatorie sarebbero state pronte il 21, invece sono uscite il 23. Così ho fatto un viaggio a vuoto. Sono tornato martedì scorso e oggi. I viaggi me li paga mio nonno: sta investendo tutti i suoi risparmi per cercare di aiutarmi a trovare un posto, anche provvisorio». Antonio ha 27 anni, è diplomato ed è uno dei seicento aspiranti bidelli che ieri si accalcavano al Centro per l'impiego di via Jenner. Qualche milanese, qualche lombardo; ma soprattutto giovani (e meno giovani) arrivati da lontano, dal Sud: Puglia, Basilicata, Sicilia. HANNO SAPUTO della possibilità di un assunzione a termine dal sindacato o, più spesso, da amici e parenti che lavorano in città o nell'hinterland. Sono partiti lunedì sera, ieri mattina alle 6 era­no in stazione, mezz'ora dopo erano già davanti al portone del Centro. Sebastiano ha quasi 40 anni. E' disoccupato dall'aprile del 2006. Oltre che a Milano si è presentato al Centro per l'impiego di Rho, ma ha lasciato perdere: c'era troppa gente. «Vengo dalla provincia di Potenza - spiega - Sono partito lunedì sera. Alle 6 e mezzo ero a Milano. Stasera torno a casa. Ho il treno alle 9 meno venti: arrivo a Potenza alle 7. A casa alle 8». «Quando l'ufficio apre siamo già in coda. Prendiamo i 'numerini' per la chiamata e comincia l'attesa. Quando è il tuo turno ti consegnano un modulo da compilare con tutti i dati anagrafici, la situazione familiare, i precedenti lavorativi e tutti i nostri requisiti. Lo consegniamo e su quella base verrà stilata la graduatoria, che si solito esce una decina di giorni dopo. A volte però è in ritardo e, comunque, nel frattempo noi abbiamo fatto in tempo a tornare un'altra volta e a ripetere tutta l'operazione». «E' una vita pazzesca. Anche per questo - annuncia - sto cercando di organizzare un. gruppo, che ho chiamato Movimento giovani inoccupati visibili: Mogiv. "Visibili' perché vorrei che la gente, i sindacati, i politici, il mondo della scuola finalmente ci vedessero, si accorgessero di noi. Ho raccolto le prime adesioni. L'obiettivo è riuscire a parlare della nostra situazione: prima di tutto fra noi, ma anche con le organizzazioni sindacali, con i politici». SEBASTANO, Antonio e tanti altri sono pendolari delle convocazioni: su e giù da casa a un Centro per l'impiego, ma c'è anche chi ha fatto una scelta diversa: c'è chi si è messo in viaggio due o tre settimane fa e sta battendo tutto il Nord, passando da un ex ufficio collocamento all'altro per rispondere a tutte le convocazioni possibili. Giuseppe ha 36 anni, viene da Mazzara del Vallo, in provincia dì Trapani. Sua moglie, Luisa, ha 32 anni. Sono partiti insieme e, insieme, ieri mattina erano in via Jenner: una delle tante tappe del loro "tour" a caccia di un posto temporaneo da bidello. Giuseppe è contento. «Ero qui a fare la fila per un posto a Milano -racconta - e mi è arrivata una telefonata da Sovizzo, in provincia di Vicenza, dove ero stato nei giorni scorsi. Lì mi hanno preso». Questa mattina si presenterà alla scuola media dove c'è un posto che lo attende. Luisa non potrà accompagnarlo. «Deve presentarsi a Feltre, in provincia di Belluno - spiega Giuseppe - per un'altra convocazione. Poi vedremo». Per Giuseppe il tour' si è fermato a Vicenza. Luisa continuerà a cercare un posto in una scuola del veneto. (Giorgio Guaiti) da Il Giorno

giovedì 29 settembre 2011

Ufficio Scolastico Regionale Friuli Venezia Giulia–Concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici di cui al DDG del 13 luglio 2011

POSTI MESSI A CONCORSO:
-FRIULI - VENEZIA GIULIA(Lingua italiana) 43 (candidati 474);
-FRIULI - VENEZIA GIULIA (Lingua slovena) 3 ( candidati 17).

Ecco l'avviso del U.S.R. Friuli Venezia Giulia, prot. AOODRFR 9058, 14 luglio 2011 - Concorso ordinario Dirigenti Scolastici scuole con lingua d’insegnamento slovena.
Comunicazione SEDE UNICA prova preselettiva regione Friuli Venezia Giulia.

Oggetto: D.D.G. 13/07/2011. - Concorso ordinario Dirigenti Scolastici scuole con linguad’insegnamento italiana

Si comunica che la prova preselettiva del concorso per esami e titoli per il reclutamento diDirigenti Scolastici per la scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado e per gli Istituti educativi, indetto con D.D.G. 13/07/2011 per le scuole con lingua d’insegnamento italiana e con D.D.G. dell’USR per il Friuli Venezia Giulia, prot. AOODRFR 9058 del 14 luglio 2011 per le scuole con lingua d’insegnamento slovena, si svolgerà per la regione Friuli Venezia Giulia il 12 ottobre 2011presso il Liceo Scientifico “G. Oberdan” – Via Paolo Veronese, 1 – TRIESTE.
La scuola è raggiungibile dalla stazione centrale con la linea n. 1, ed è dotata anche di un parcheggio che può contenere circa 60 auto, riservato al personale disabile.
I candidati che non riceveranno comunicazione di esclusione dal concorso dovranno presentarsi alle ore 08.00, muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità e di penna biro nera. Lamancata presentazione nel giorno, ora e sede stabiliti, comunque giustificata ed a qualsiasi causa dovuta,comporta l’esclusione dal concorso.
Durante lo svolgimento della prova i candidati non possono introdurre nella sede di esame carta da scrivere, appunti manoscritti, libri, dizionari, testi di legge, pubblicazioni, telefoni portatili e strumentiidonei alla memorizzazione o alla trasmissione di dati, né possono comunicare tra loro.
In caso di violazione di tali disposizioni la Commissione esaminatrice, o il Comitato di vigilanza deliberano l’immediata esclusione dal concorso. Inoltre si fa presente che i candidati, all’atto della compilazione della scheda anagrafica, consegnata loro il giorno dello svolgimento della prova, dovranno indicare, a pena di esclusione, la lingua straniera prescelta.

La pubblicazione della presente, sul sito internet di questo Ufficio Scolastico Regionale, ha valore di notifica a tutti gli effetti, così come prescritto dall’art.8, comma 5, del bando di concorso.

Si prega di dare massima diffusione alla presente, anche mediante affissione all’albo.
f.to Il Direttore Generale
Daniela Beltrame

Leggi Sede prova preselettiva e elenco candidati

domenica 11 settembre 2011

DOCUMENTO PROGRAMMATICO FINALE DEL X CONGRESSO NAZIONALE A.M.N.I.C.

Ovviamente lo statuto dell’Associazione dovrà acquistare la necessaria dinamicità, nel senso che dovrà essere in qualsiasi momento pronto a recepire i cambiamenti della società che, al giorno d’oggi, sono sempre più rapidi ed addirittura imprevedibili.
Prevenzione e riabilitazione delle disabilità
In tema di prevenzione è prioritario che sia incentivata la ricerca prenatale e natale, non trascurando, ovviamente, i temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, fra le mura domestiche e nei luoghi del tempo libero.
In tema di riabilitazione, che ha assunto in medicina un ruolo di notevole rilievo, è necessario dare ulteriore impulso a questo fondamentale servizio accentuando la collaborazione con i centri già esistenti o addirittura attraverso un impegno diretto.
È altresì fondamentale abbinare alla riabilitazione fisica quella psicologica, in modo particolare nelle fattispecie purtroppo sempre più frequenti che portatore di disabilità diventi un soggetto sano incidentato.
Aggiornamento e promozione sociale
È necessario rivolgere l’attenzione, profondendo il necessario impegno, verso progetti di aggiornamento e di promozione culturale dell’Associazione in modo tale da rendere la sua organizzazione più moderna e funzionale e soprattutto proiettata verso il futuro.
Integrazione scolastica
L’integrazione scolastica, in questi ultimi tempi, ha assunto aspetti più problematici che sono derivati dalla scuola dell’autonomia e quindi da scelte politiche che hanno portato ad una sensibile riduzione del numero degli insegnanti di sostegno.
Ciò premesso, appare, in questa fase, necessario profondere ulteriore impegno in questo settore favorendo la formazione e la specializzazione degli insegnanti e un massiccio impiego di nuove tecnologie ausiliarie.
Particolare attenzione deve essere rivolta al grado di accessibilità delle scuole di ogni ordine e grado, in tema quindi di barriere architettoniche e culturali.
Sport e tempo libero
Per quel che concerne il tempo libero è fondamentale il massimo impegno verso l’eliminazione delle barriere architettoniche, allo scopo di dare alle persone con disabilità l’opportunità di poter fruire di impianti sportivi, di servizi turistici, dei luoghi della cultura e quant’altro.
Per quel che concerne lo sport è fondamentale lo sviluppo psicofisico e dell’attività motoria delle persone con disabilità.
È necessario al riguardo favorire lo sport dei disabili e per questo incentivare la realizzazione di centri specializzati per la preparazione degli atleti con disabilità nelle varie discipline sportive.
A livello territoriale appare determinante la collaborazione stretta fra Associazione e Comitato Italiano Paralimpico.
Lavoro
La Legge n. 68/1999 sul diritto al lavoro dei disabili ha purtroppo disatteso le speranze in essa riposte dalla categoria.
Infatti, il tasso di disoccupazione dei lavori con disabilità è ancora notevole, con delle punte insopportabili in diverse zone del Paese.
Lo sforzo comune dovrà dunque essere quello di attuare ogni possibile iniziativa diretta almeno alla completa applicazione della Legge n. 68/1999 ed all’eventuale miglioramento della stessa e delle sue appendici normative (vedi Legge Maroni) mediante interventi legislativi anche limitati, ma mirati.
Altro importante obiettivo è quello di sviluppare su tutto il territorio nazionale l’armonico sviluppo della cooperazione sociale, che può essere di grande ausilio all’inserimento lavorativo di persone con disabilità.
Assistenza
La Legge quadro n. 328/2000 sulla riforma dell’assistenza ha indubbiamente costituito una tappa di fondamentale importanza nella riforma delle politiche sociali del nostro Paese.
Essa peraltro non ha avuto applicazione o, nella migliore delle ipotesi, ne ha avuta in modo assai limitato e parziale.
L’Associazione pertanto deve vigilare affinché i contenuti della legge stessa trovino finalmente applicazione attraverso gli auspicati provvedimenti di attuazione.
Se del caso deve procedersi sui binari dell’intervento e della lotta, cui l’Associazione è abituata, proponendo eventualmente anche modifiche migliorative e di merito non comprese nella normativa.
La riforma dell’assistenza ha fatto emergere le seguenti necessità:
• adeguamento dei benefici economici in favore dei disabili,
• potenziamento dell’assistenza domiciliare,
• pieno coinvolgimento dell’A.N.M.I.C. nella gestione dei servizi sociali rivolti ai disabili.
Il problema delle barriere architettoniche
Nella convinzione che il problema delle barriere architettoniche è sostanzialmente un problema di natura squisitamente culturale, perché un luogo, quale sia, possa essere accessibile alla persona con disabilità come lo è per le persone che tali non sono, è necessario diffondere la cultura della solidarietà, che sempre meno, purtroppo, caratterizza la vita sociale.
Per arrivare a questo è convinzione che occorre partire dal basso introducendo nel sistema scolastico medio, superiore e universitario lo studio obbligatorio della normativa in materia di barriere architettoniche, così sensibilizzando in modo concreto quelli che saranno i cittadini di domani.
In questa direzione dovrà essere convogliato lo sforzo dell’Associazione.
La Federazione tra le Associazioni dei disabili
Tale utile strumento non sembra dare i frutti sperati in quanto non facile è il superamento degli interessi particolari delle Associazioni componenti la Federazione che è invece fondamentale per la risoluzione dei gravi problemi che accomunano le Associazioni stesse.
Non più divisioni quindi, ma unità d’intenti soprattutto nel confronto con le controparti.
Spunti organizzativi
È necessario migliorare ulteriormente la capacità dell’Associazione di lavorare in modo capillare sul territorio, rendendosi sempre più incisiva e quindi sempre più visibile.
A tal fine è necessario che le realtà locali dell’Associazione stessa rafforzino i loro compiti di monitoraggio e vigilanza, essenziali ai fini dell’esatta percezione dell’evolversi delle problematiche esistenti e dei cambiamenti sociali in atto.
Inoltre per i quadri dirigenti dell’A.N.M.I.C. va delineato un nuovo ruolo di proposta e di collaborazione con le Istituzioni locali e quindi con i soggetti competenti in materia d’invalidità civile.
Non va poi trascurata la necessità di tener sempre viva la capacità di mobilitazione per la difesa dei diritti conquistati e per l’acquisizione di nuovi diritti per la categoria.
Il Congresso delega il Comitato Centrale ad espletare ogni forma organizzativa che consenta una sempre maggiore presenza associativa ad ogni livello, operativo e strutturale, sia centrale che provinciale o regionale.
A tale proposito sarà istituita apposita task-force all’interno del Comitato Centrale per rafforzare il sistema comunicativo tra sede centrale e sedi periferiche, tra le sedi periferiche e la cittadinanza, utilizzando tutte le risorse umane ed economiche possibili e remote.
Il Congresso impegna il Comitato Centrale affinché al suo interno siano accettate deleghe operative che il Presidente riterrà opportune affidare; questo si rende necessario per rafforzare il momento elaborativo programmatico che ci sarà nei prossimi 5 anni.
COMITATO TECNICO SCIENTIFICO
Organismo a latere del Comitato Centrale e della Presidenza, utile alla definizione tecnica di proposte legislative e applicative, nonché elaborative di nuove proposte, affidate dal Comitato Centrale e dalla Direzione.
Il Comitato Tecnico riferirà al Comitato Centrale e alla Presidenza e non ha compiti di intervento nella politica associativa.
La nostra presenza in Europa
L’avvento dell’Euro, da solo, non può servire ad unire i popoli.
L’ANMIC chiede un’integrazione vera su temi drammatici quali la disabilità ed il bisogno.
È su queste problematiche esiziali che si costruiscono le comunanze tra i popoli e si riducono le disuguaglianze. L’ANMIC è soggetto strutturato e pronto a tale scopo, vogliamo essere movimento di unità per costruire con le altre realtà EUROPEE e rappresentare il fulcro di iniziative nel Parlamento Europeo.
Il “Dopo di Noi”
A.N.M.I.C. ha dedicato molta attenzione ad un problema gravissimo quale il cosiddetto “dopo di noi”.
Molte famiglie si rivolgono angosciate alle nostre strutture per avere
indicazioni certe e possibili.
Abbiamo conquistato l’amministratore di sostegno, figura giuridica che supera la triste interdizione.
Tutto ciò non basta! Dobbiamo definire una vera soluzione giuridica; quale un’associazione con atto notarile, parallela all’A.N.M.I.C., che sarà la “certezza della tutela del disabile dopo di noi”.
Donne disabili
Un grave problema è rappresentato dal mondo femminile nella disabilità.
Al disagio ulteriore che la donna deve affrontare nella vita sociale, si aggiunge l’aggravante dell’essere anche moglie e mamma a tutti gli effetti.
Su tutto ciò si abbatte il problema del lavoro al femminile.
Bisogna insistere nell’ottenere convenzioni in base alla L. 68/99 mirate all’occupazione specifica femminile, che garantisca una vita lavorativa compatibile con la “ mission ” che hanno molte donne nella famiglia.
Necessita costruire un sostegno anche psicologico alle donne che si vedono emarginate su un mondo esterno costruito, purtroppo, sull’immagine esteriore.
La nostra presenza nella società e nelle istituzioni
L’A.N.M.I.C. ha costantemente operato in 50 anni nel CONCRETO delle proposte vere, richieste venute dal “basso” e dai bisogni primari dei disagiati.
Ha ottenuto risultati straordinari (alcuni unici in Europa), che ora passano come “diritti acquisiti e dovuti” da molti cittadini, che non sanno quanto ANMIC abbia contribuito alle stesse conquiste. La nostra lunga storia che ci proietta con freschezza verso il futuro, deve essere CONOSCIUTA e RICONOSCIUTA per l’alto valore sociale che ha espresso e che deve e può ancora esprimere.
ANMIC ha conquistato “sul campo”, in lunghe battaglie, il valore di forza sociale organizzata, di soggetto “istituzionale politico”, nobilitato dal grande messaggio umano che ha raccolto dai più deboli, interpretando semplicemente gli artt. 2-3-4-16-34- 36-38 della Costituzione.
L’ANMIC è orgogliosa di essere soggetto istituzionale a pieno titolo e pretende pari dignità e presenza attiva e fattiva, nei vari livelli ISTITUZIONALI.
Dobbiamo essere più “grintosi” verso un mondo esterno portato all’apparire!
NOI SIAMO per l’ESSERE, non per apparire, ma al contempo dobbiamo far conoscere costantemente ciò che facciamo quotidianamente in ogni parte d’Italia a favore dei diritti dei disagiati.
Si impongono nuovi modelli di comunicazione istituzionale.
A tale scopo il Comitato Centrale formalizzerà una proposta operativa che affronterà la sfida mediatica impostaci dalla realtà.
Un ALTRO CAPITOLO APERTO è il rapporto con le Istituzioni, con le forze sociali e politiche.
Noi come Ente riconosciuto con DPR 1978 siamo soggetto istituzionale con valenza sociale e politica a pieno titolo, pertanto chiediamo, con forza, adeguata rappresentatività ad ogni livello.
Noi lo siamo, perché nel momento in cui diventiamo interlocutori istituzionali, abbiamo un ruolo sancito dalla COSTITUZIONE DEMOCRATICA.
L’ANMIC chiede di essere ascoltata e resa partecipe nelle fasi elaborative e di proposta legislativa.
QUESTO È IL RUOLO FONDAMENTALE CHE CI È IMPOSTO DALLA REALTÀ IN CUI OPERIAMO, DELLA QUALE DOBBIAMO RENDERE CONTO ALLE FINALITÀ VOLUTE DALLO STATUTO E DAL DPR STESSO.
L’unitarietà della categoria
È convinzione che l’unione crea la forza della categoria e rappresenta il fondamentale elemento strategico per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Su questo appare dunque necessario dialogare più strettamente con le tante associazioni medie, grandi o piccole che siano, nel frattempo nate.
L’obiettivo dovrebbe essere - e per questo è necessario lavorare – la convergenza di tutte queste forze in un’unica associazione, puntando ad una unificazione che, peraltro, non incida sulle singole autonomie: questo è un grande obiettivo, perseguiamolo con tenacia e determinazione!

giovedì 16 giugno 2011

Italia - Israele, Gelmini incontra il ministro dell'Istruzione Gideon Sa'ar


da Ufficio Stampa del Miur
Roma, 13 giugno 2011
Italia - Israele, Gelmini incontra il ministro dell'Istruzione Gideon Sa'ar
Firmati due protocolli d'Intesa
Oggi il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini ha incontrato, nell’ambito del secondo vertice intergovernativo tra Italia e Israele, il ministro dell’Istruzione israeliano Gideon Sa’ar.

Durante l’incontro sono stati firmati due protocolli d’Intesa tra il Miur e il Ministero dell’Istruzione israeliano: il primo riguarda un progetto di collaborazione con il museo dello Yad Vashem per la formazione degli insegnanti italiani sui temi della Shoah. In particolare, sarà data la possibilità ad un certo numero di insegnanti italiani di recarsi ogni anno in Israele, presso l’International School for Holocaust Studies di Gerusalemme, per seguire corsi di formazione sulla memoria della Shoah e dell’Olocausto.

Il secondo, sottoscritto anche dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, riguarda la collaborazione nel campo delle politiche giovanili e lo scambio di studenti. Saranno promosse iniziative di scambio in molteplici settori, dall’educazione alla formazione alla salute, dall’associazionismo studentesco alla prevenzione della violenza tra i giovani, dallo sviluppo di professionalità tecnologiche, artistiche e multimediali ai programmi di alternanza scuola-lavoro e gli scambi di esperienze nel settore del tirocinio professionale. L’obiettivo è incrementare la partecipazione a conferenze, seminari, concorsi, festival e favorire lo scambio di informazioni tra associazioni e studenti di Italia e Israele. Per realizzarlo è stata prevista l’istituzione di una Commissione mista che potrà riunirsi almeno una volta l’anno.

Nel colloqui bilaterali è stato constatato con soddisfazione l’inserimento della lingua italiana come materia di studio e di esame nelle scuole secondarie superiori israeliane con eccellenti risultati, esposti dal ministro Gideon Sa’ar. Altri argomenti affrontati sono stati i meccanismi di valutazione del sistema scolastico e dei docenti e la formazione iniziale degli insegnanti. C’è stato inoltre uno scambio di vedute sul ruolo della tecnologia (internet e strumenti informatici) nel campo dell’istruzione, per l’adeguamento dei rispettivi sistemi educativi. Anche in questo settore sono state prese in esame possibilità di collaborazione specifica. Non è mancato infine un confronto sul tema dell’istruzione universitaria.

Al termine dell’incontro, nella dichiarazione congiunta è stato ribadito l’impegno a proseguire e rafforzare la collaborazione in campo scientifico e tecnologico, nell’ambito dell’accordo di cooperazione firmato nel 2000, ed è stata confermata la volontà di intensificare i rapporti anche per il 2012-2014. In questi settori l’Italia è il primo partner europeo di Israele ed il secondo a livello mondiale, dopo gli Stati Uniti.

Un aspetto particolarmente significativo è la cooperazione nel settore aerospaziale tra le Agenzie Spaziali italiana e israeliana, specialmente nell’attività di osservazione e monitoraggio della Terra.







 

martedì 14 giugno 2011

Giuliano Pisapia al Bie di Parigi

Parigi, 14 giugno 2011

Signor Presidente dell’Assemblea Generale,
Signor Segretario Generale,
Rappresentanti dei Paesi membri del BIE,

E’ un grande onore e piacere per me prendere parte all’Assemblea Generale del Bureau International des Expositions -BIE- in qualità di neo – Sindaco della Città di Milano, la Città che ospiterà nel 2015 l’Esposizione Universale.

Vorrei aprire il mio intervento con una due semplici parole: impegno e responsabilità. La nuova amministrazione è già pronta a contribuire al successo sostegno di Expo Milano 2015, il principale evento internazionale che l’Italia ospiterà nei prossimi anni e che quindi rappresenta una straordinaria occasione. Per Milano, per l’Italia e per il mondo.

Desidero altresì esprimere il mio sincero apprezzamento per il lavoro fin qui svolto dalla società organizzatrice, Expo 2015 S.p.A. Il progetto sviluppato dall’Amministratore Delegato e dal suo management team ha trovato il pieno sostegno del BIE in occasione della Registrazione di Expo 2015 da parte dell’Assemblea Generale lo scorso 23 novembre e ne vogliamo oggi ribadire la piena validità.

Nei giorni scorsi è stato risolta una delle questioni più complesse legate a Expo Milano 2015, quella dei terreni, come ha avuto modo di illustrarvi nel dettaglio il Presidente Formigoni.

Expo Milano 2015 sarà un volano per lo sviluppo economico della nostra città, uno strumento importantissimo di evoluzione sociale, culturale ed economica. Abbiamo davanti un importante e impegnativo percorso. Arriveremo in fondo con successo solo se saremo in grado di camminare tutti insieme.

Il mio contributo personale e politico per Expo Milano 2015, come Sindaco di Milano, si concentrerà sul rafforzamento di alcuni dei concetti chiave del progetto contenuto nel Dossier di Registrazione.

Mi riferisco in primo luogo alla dimensione “solidale” dell’Expo nella quale il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” trova piena espressione.

Nonostante i leader mondiali, con il primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio, si siano proposti di dimezzare entro il 2015 la percentuale di popolazione colpita dalla fame, negli ultimi anni il numero di persone affamate è di fatto cresciuto toccando nel 2010 il miliardo di persone.

E’ questa una sfida alla quale Milano ed Expo 2015 non possono sottrarsi.

Lo sviluppo di progetti di Cooperazione Internazionale legati al tema dell’Expo; un concreto aiuto per la partecipazione dei Paesi in Via di Sviluppo all’Expo; e la creazione, come eredità immateriale dell’evento di un Centro per lo Sviluppo Sostenibile, sono gli elementi portanti del carattere “solidale” della nostra Expo.

Milano è nota per essere la capitale della solidarietà e cooperazione internazionale grazie alle centinaia di associazioni, ONG e fondazioni che operano sul territorio e che hanno già contribuito a promuovere nei Paesi del Sud del mondo progetti legati al tema di Expo.

Chiameremo la Milano della solidarietà a mobilitarsi su questa sfida con l’aiuto di Expo Milano 2015. E approfitteremo di questa grande occasione per cominciare a disegnare un futuro sostenibile e più giusto. La Milano che tutti i cittadini vogliono e per la cui realizzazione sono stato eletto è, e vuole essere, una città sostenibile ed ecologica.

Expo Milano 2015 dovrà quindi non solo essere realizzata avendo come riferimento questi principi, ma aiutare a metterli in pratica nella trasformazione della Città. Proprio per questo, e per gli obiettivi che vogliamo e intendiamo raggiungere, dobbiamo tutti insieme operare per rendere reale la progettualità connessa alla preparazione dell’evento, sulla base di quanto vi illustrerà adesso l’Amministratore Delegato di Expo 2015.

Il mio impegno sarà perché vi sia un grande coinvolgimento sin da subito di tutta la cittadinanza.

Non una Expo di pochi e per pochi, ma una Expo per tutti.

Lascio la parola all’amministratore delegato della Società Expo 2015, Giuseppe Sala, che illustrerà la progettualità connessa alla preparazione dell’evento.

Grazie per l’attenzione.

domenica 12 giugno 2011

FRANCO D'ALFONSO in Blog di Dino Dono 2011

FRANCO D'ALFONSO Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo, MarKeting territoriale


Chi è Franco D'Alfonso

Franco D’Alfonso, 55 anni, nato a Milano dove vive e lavora, sposato con 3 figli. Conseguita la laurea in Giurisprudenza alla Statale di Milano, prosegue gli studi con il Master Business Administration, MBA conseguito alla Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi.
Dal 1984 al 1998 è stato manager in Fininvest e Mediaset, dove ha ricoperto la carica di direttore delle produzioni internazionali. La sua vita professionale in ogni caso è principalmente incentrata
sulla consulenza aziendale nel campo della telecomunicazione e dei media, con esperienze in Alfa Romeo, Finmeccanica e Italtel.
E' stato inoltre amministratore delegato di numerose aziende in settori diversi, dalla discografia al turismo.
Giornalista pubblicista dal 1975, è editorialista per quotidiani e periodici locali e nazionali.
Socialista storico milanese, è animatore di vari circoli e organizzazioni nati dopo la dissoluzione del Psi.
Dal 2006 al 2008 è stato vicepresidente dell’ANMC – Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili di Milano.
Dal 1992 al 1997 è stato Consigliere d’amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, nel periodo della direzione artistica di Giorgio Strehler.
E’ stato coordinatore e organizzatore della Lista Milano Civica per Pisapia Sindaco

martedì 7 giugno 2011

Bilancio pubblico: un decreto per armonizzare i sistemi contabili delle amministrazioni


Un Piano dei conti integrato e definito in coerenza con il sistema delle regole contabili, nazionali ed internazionali e un piano sui risultati attesi di bilancio per illustrare gli obiettivi di spesa, misurarne i risultati e monitorare l’effettivo andamento in termini di servizi forniti e interventi realizzati. A questo tende il decreto approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri del 31 maggio 2011 sull’adeguamento e l’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche. Le amministrazioni pubbliche, nel dare piena attuazione ai principi contabili generali perseguono gli obiettivi di promuovere l'armonizzazione delle procedure contabili, connesse ai diversi sistemi contabili e di bilancio, al fine di rappresentare in maniera veritiera e corretta, attraverso il sistema dei bilanci, le scelte programmatiche, amministrative e gestionali dell'amministrazione; coordinare i principi contabili generali con quelli, relativi al consolidamento dei conti delle amministrazioni pubbliche; consentire ai gestori dei sistemi contabili e di bilancio, nonché ai responsabili dei servizi finanziari, l'applicazione corretta ed efficace delle norme; coadiuvare gli organi di revisione e di controllo nel verificare che il sistema dei bilanci e le relative informazioni contabili pubbliche risultino conformi ai principi di efficienza e di efficacia; assistere gli utilizzatori del sistema dei bilanci pubblici nell'esame delle informazioni in essi contenute.

mercoledì 25 maggio 2011

Sud: il decreto che riforma le regole per lo sviluppo e la coesione delle aree sottoutilizzate

Concentrazione tematica delle risorse, individuazione di un numero ristretto di interventi strategici capaci di determinare effetti misurabili e durevoli sul potenziale di sviluppo dei territori, definizione delle responsabilità di ciascuno degli attori delle politiche di sviluppo, rafforzati poteri di monitoraggio e di sostituzione in caso di inadempienza: questi alcuni degli elementi di novità caratterizzanti il nuovo approccio alle politiche di coesione che il Governo ha deciso di realizzare con il decreto varato definitivamente dal Consiglio dei ministri del 19 maggio. Il decreto attua quella parte della legge sul federalismo fiscale che individua risorse aggiuntive ed interventi finalizzati alla promozione dello sviluppo economico e della coesione sociale e territoriale delle aree sotto-utilizzate, secondo l'articolo 119, quinto comma, della Costituzione. Il decreto disciplina un nuovo quadro di strumenti procedurali e di assetti organizzativi volti alla rimozione di squilibri economici e sociali, definendo regole di programmazione per attuare una politica di coesione, propulsiva di sviluppo. Accrescere l'efficacia degli interventi e aumentare la qualità della programmazione diventano così imperativi morali dinanzi alle nuove scarsità determinate dai vincoli alle finanze pubbliche che caratterizzeranno gli anni a venire per tutti i paesi occidentali.

Leggi Dossier “Federalismo fiscale: perequazione infrastrutturale e coesione territoriale”

Fisco: indirizzi operativi per il contrasto all’evasione

Analisi del rischio di evasione per concentrare i controlli sulle situazioni più critiche; tutoraggio delle imprese per verificare in anticipo le operazioni a rischio; ispezioni non protratte oltre il necessario quando vengano rilevate solo violazioni formali. Questi alcuni degli indirizzi operativi per la prevenzione e il contrasto dell’evasione per l’anno 2011, contenuti nella Circolare n. 21/E dell’Agenzia delle Entrate del 18 maggio 2011. Per i grandi contribuenti: le attività di tutoraggio da svolgere nel corso del 2011 sono state estese alle imprese che nel 2009 hanno conseguito un volume d’affari o di ricavi non inferiore a centocinquanta milioni di euro. Per le imprese di medie dimensioni: previsti piani d’intervento, elaborati sulla base di analisi di rischio di evasione o elusione fiscale a livello locale. Un'attenzione particolare andrà riservata al controllo del corretto adempimento degli obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto. Anche per il 2011 vale il criterio di differenziare la tipologia d’intervento, considerando le caratteristiche delle posizioni da sottoporre a controllo, privilegiando le attività istruttorie esterne, con controlli mirati e verifiche dei casi a maggior rischio di evasione o elusione fiscale. Per le imprese di minori dimensioni e lavoratori autonomi: la circolare precisa che un fattore decisivo dovrà essere la selezione delle posizioni di maggior rischio di evasione. Infine, per le attività di accertamento: va privilegiato il controllo delle annualità più recenti, compreso il 2009, a partire dal secondo semestre.
Leggi Dossier “Fisco, indirizzi operativi per il 2011”

Programma dell'Unione Europea per i diritti dei minori



La Commissione europea (http://ec.europa.eu/news/justice/110217_it.htm) ha presentato un programma che, dando applicazione pratica ai principi della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, intende garantire una maggiore tutela ai diritti dei minori.

Il programma prevede una serie di azioni concrete nei settori in cui l'Unione può apportare un reale valore aggiunto promuovendo, tra l'altro, una giustizia a misura si minore, la protezione dei minori in situazioni di vulnerabilità e il contrasto alla violenza sui minori sia all’interno che all’esterno dell’UE.

Il programma si fonda sui contributi raccolti attraverso un’ampia consultazione pubblica e sulle esigenze degli Stati membri dell’UE emerse nel corso di una consultazione al hoc.

Altri spunti provengono dal Forum europeo per i diritti dei minori.

I principi generali del programma sono:

 Integrare pienamente i diritti dei minori nella politica europea sui diritti fondamentali;

 produrre dati e informazioni di base che consentano di orientare il processo decisionale a favore di una maggiore tutela dei minori;

 sviluppare la cooperazione attraverso le riunioni periodiche del Forum europeo per i diritti dei minori.

 Il programma proposto dalla Commissione prevede le seguenti 11 misure, che

comportano soprattutto modifiche di ordine giuridico e un sostegno alle autorità

competenti dei paesi UE in quattro ambiti specifici.

1.
Una Giustizia a misura di minore

 Norme per tutelare meglio i minori (in quanto gruppo particolarmente a rischio) durante i processi e nei tribunali;

 norme per salvaguardare i minori quando sono imputati o ritenuti colpevoli di un reato;

 norme per garantire che le sentenze sulla responsabilità genitoriale a seguito di divorzio o separazione vengano riconosciute ed eseguite in tutti i paesi dell'UE;

 azioni per promuovere le linee guida del Consiglio d'Europa per una giustizia a misura di bambino e per tenerne conto nelle future leggi civili e penali;

 sostegno alla formazione dei giudici e di altri operatori per venire incontro alle esigenze dei minori nelle aule di giustizia;

2
. Un’azione dell’UE mirata a proteggere i minori vulnerabili

 Migliore preparazione delle autorità competenti per i minori non accompagnati, tra cui i richiedenti asilo nell'UE;

 attenzione particolare ai minori nei futuri programmi dell'UE per aiutare i Rom ad integrarsi meglio nella società;

 sostegno per un a rapida attivazione del numero verde 116 000 per denunciare la

scomparsa di bambini (incoraggiando anche i sistemi di allerta transfrontalieri per i minori sequestrati e a rischio);

 misure per contrastare il bullismo e l'adescamento di minori online, l'esposizione a contenuti nocivi e altri rischi legati all'uso delle nuove tecnologie mediante il programma dell'UE per un Internet più sicuro.

3. I minori nell’azione esterna dell’Unione Europea

 Sostegno per combattere la violenza contro i bambini e il turismo sessuale a danno di minori e per proteggere le vittime di conflitti armati, mediante i programmi di aiuto ai paesi extra UE.

4.
Coinvolgere e sensibilizzare i minori

 Apertura di un sito web dell'UE dedicato esclusivamente ai diritti dei bambini.

>
Comunicato stampa della Commissione


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domenica 22 maggio 2011

Il Piano nazionale per l'infanzia approda in Gazzetta Ufficiale

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 106 del 9 maggio 2011 il terzo Piano biennale nazionale per l’infanzia, che contiene le linee strategiche fondamentali e gli impegni concreti che il Governo intende perseguire per sviluppare un’adeguata politica per l'infanzia e l'adolescenza e stabilisce le priorità fra i programmi riferiti ai minori, rafforza la cooperazione per lo sviluppo dell'infanzia nel mondo, le forme di potenziamento e di coordinamento fra le pubbliche amministrazioni, le regioni e gli enti locali, individua le modalità di finanziamento degli interventi previsti. Questo Terzo Piano di azione per l'infanzia viene emanato nel ventesimo anno di vigenza della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, punto di arrivo di un cammino iniziato agli inizi del secolo scorso con i primi riconoscimenti dei diritti umani e di cittadinanza al bambino. La novità del Piano riguarda principalmente due dimensioni: rispetto all’approccio: pur non affrontando tutto il complesso delle politiche e dei servizi per l'infanzia e l'adolescenza, identifica alcune direttrici di intervento su cui sviluppare proposte di azioni coordinate rispetto al metodo: adotta un processo partecipato nella fase della costruzione e della sua attuazione attraverso la programmazione di un percorso di accompagnamento e monitoraggio permanenti. Queste le direttrici che rendono più agile il percorso di attuazione del Piano: consolidare la rete integrata dei servizi e il contrasto all'esclusione sociale; rafforzare la tutela dei diritti; favorire la partecipazione per lo costruzione di un patto intergenerazionale; promuovere l'integrazione delle persone immigrate (i minori stranieri ed i minori rom).

Leggi Dossier “III piano biennale nazionale per la tutela dei diritti e lo sviluppo dell’infanzia”