Concentrazione tematica delle risorse, individuazione di un numero ristretto di interventi strategici capaci di determinare effetti misurabili e durevoli sul potenziale di sviluppo dei territori, definizione delle responsabilità di ciascuno degli attori delle politiche di sviluppo, rafforzati poteri di monitoraggio e di sostituzione in caso di inadempienza: questi alcuni degli elementi di novità caratterizzanti il nuovo approccio alle politiche di coesione che il Governo ha deciso di realizzare con il decreto varato definitivamente dal Consiglio dei ministri del 19 maggio. Il decreto attua quella parte della legge sul federalismo fiscale che individua risorse aggiuntive ed interventi finalizzati alla promozione dello sviluppo economico e della coesione sociale e territoriale delle aree sotto-utilizzate, secondo l'articolo 119, quinto comma, della Costituzione. Il decreto disciplina un nuovo quadro di strumenti procedurali e di assetti organizzativi volti alla rimozione di squilibri economici e sociali, definendo regole di programmazione per attuare una politica di coesione, propulsiva di sviluppo. Accrescere l'efficacia degli interventi e aumentare la qualità della programmazione diventano così imperativi morali dinanzi alle nuove scarsità determinate dai vincoli alle finanze pubbliche che caratterizzeranno gli anni a venire per tutti i paesi occidentali.
Leggi Dossier “Federalismo fiscale: perequazione infrastrutturale e coesione territoriale”
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